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Vendemmia 2025 a Montefioralle

21 ottobre 2025

A raccoltafinita, con i mosti già fermentati e al sicuro in cantina, ho voglia di scrivere due righe per raccontare questa vendemmia. Finalmente una bella annata che mi ha dato molta soddisfazione e di cui poter parlare in termini entusiastici!

Meteo e Clima: sole, grandine e piogge quanto basta

L’inverno 2024–2025 è passato senza grandi scossoni: temperature miti, solo qualche settimana di freddo più intenso e — per l’ennesimo anno consecutivo— niente neve.
Peccato, perché la neve mi piace. Mi dà l’idea che la natura si resetti, che le spore delle malattie fungine muoiano e che l’anno dopo si riparta da zero. Speriamo nel prossimo, chissà.

La primavera invece è stata generosa di piogge. Confesso che, dopo la disastrosa annata 2023, un po’ di paranoia per la Peronospora l’ho avuta. Ma da giugno il sole è tornato a dominare e con lui anche il caldo, quello vero.

A inizio luglio una breve ma intensa grandinata ha colpito soprattutto i filari più bassi. Diversi acini sono stati danneggiati, ma in quella fase pre-invaiatura la buccia è ancora molto dura: la vite ha semplicemente lasciato avvizzire gli acini colpiti e ha continuato a portare avanti la maturazione del resto del grappolo senza problemi.

Il resto di luglio è andato via liscio, caldo ma non estremo, con buone escursioni termiche notturne. Ad agosto il caldo è tornato, ma solo per un paio di settimane, poi di nuovo temperature più gradevoli e notti fresche. Le piogge non sono mancate — mai eccessive — e le piante non sono mai andate in stress idrico.

Settembre: il momento della verità

Settembre è stato perlopiù stabile, anche se un po’ ballerino sul finale.
Abbiamo raccolto il Merlot per l’IGT Monteficalle a metà mese, come sempre: è la varietà più precoce. Le previsioni annunciavano l’arrivo di un fronte instabile, preceduto però da una settimana di sole e caldo intenso. Molti hanno approfittato di quella finestra per vendemmiare in tranquillità… noi invece abbiamo deciso di rischiare.

Volevamo sfruttare fino in fondo i giorni di sole per spingere la maturazione fenolica, così abbiamo aspettato. Abbiamo iniziato la raccolta del Sangiovese (insieme a Canaiolo e Colorino) proprio l’ultimo giorno di bel tempo, sotto un sole estivo e temperature altissime, raccogliendo le uve per la Gran Selezione e la Riserva.

Il giorno dopo il cielo era già grigio e minaccioso: abbiamo continuato con gran parte delle uve destinate al Chianti Classico finché la tempesta non ci ha costretto a fermarci. Dopo due giorni di pioggia abbiamo dovuto attendere ancora, finché il sole e il vento non hanno asciugato i grappoli, e poi via — mezza giornata intensa per concludere il Sangiovese e infine il Cabernet.
Questa ultima giornata l’abbiamo chiusa sotto la pioggia, con il fango che impediva di portare il trattore tra i filari: cassette trasportate a mano, scarponi impantanati e tanta fatica. Un vero rush finale!

Un grande team, una grande annata

Per fortuna avevamo una squadra eccezionale: quasi trenta persone nei tre giorni principali di raccolta. Tutti hanno tenuto duro fino all’ultimo, anche bagnati e infreddoliti, con un’energia che ci ha riempito d’orgoglio.
Ovviamente non li abbiamo lasciati a stomaco vuoto: a pranzo Daniele si è superato con le sue prelibatezze e, inutile dirlo, il nostro vino ha fatto il resto.

Ora che tutto è in cantina, posso dire di essere molto soddisfatto.
Un’annata con gradazioni relativamente contenute, un’acidità ben sostenuta e — ne sono convinto — un grande potenziale di eleganza e longevità.
Proprio lo stile che amo.

Ricordatevi di mettere da parte qualche bottiglia di questa 2025 quando uscirà: il Chianti Classico tra due anni, le altre tipologie tra tre.
Ne varrà la pena